1. |
Canzone dei gerani
03:40
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Ha smesso oggi, di domenica,
ed era un mese che pioveva.
Gli alberi sudano
e i fiumi sono in piena.
Le cornacchie vanno ad appoggiare
sull’asfalto i gusci delle noci,
per farseli aprire
dalle macchine veloci.
Stefania è sul balcone
fra i suoi gerani sbattuti.
Ha due telefoni, ed entrambi
sono muti.
Stefania è stanca, e non ha spinta
per uscire.
Guarda i vicini
arrivare e ripartire.
Si sente spesso come avesse troppe
schiene, o troppe dita
Troppe ginocchia in una sola gamba
striminzita
Come se avesse troppe orecchie,
troppe fighe, o troppi nasi.
Stefania tronca tutti i suoi
gerani, dentro ai vasi.
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2. |
Le giornate nuove
03:12
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Permettimi di dirti
che le giornate nuove
le montagne sotto al sole
e le mani nelle mani,
erano le mie, e le tue.
Permettimi di dirti
che gli occhi nelle foto
i sassi che hai raccolto
e i fiori che hai reciso,
erano i miei, e i tuoi.
Permettimi di dirti
che non siamo stati niente
se non ti penso mai
nemmeno in certi giorni
quando piove.
Se adesso mi succede
di amare il mondo, è solo
per violento e ingenuo amore, così come
confuso adolescente, un tempo
lo odiai.
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3. |
Proclama
03:34
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La sola cosa disonesta che ti ho fatto,
non dirti mai che mi accorgevo delle tue bugie.
Non c’è più motivo di aspettare
chi continua a profanare se stesso.
Non c’è più motivo di aspettare
la prossima bugia che devi dire.
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4. |
C'è stato un momento
04:12
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C’è stato un momento in cui ho fatto
tutto quello che potevo fare.
Ho impedito che il tempo
ti potesse toccare.
Mentre il tuo odore mi moriva addosso
Mentre il tuo odore si consumava.
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5. |
Canzone per C.
03:21
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Ricordo i tuoi capelli che tingevi rosso fuoco,
e i pantaloni a quadri che io non avrei portato.
Ricordo a malapena un viso, e un soprannome,
e il modo in cui tu mi chiamavi, dolcemente, a ogni canzone.
Conservo ancora i tovaglioli
su cui abbiamo scritto i nostri dischi preferiti, e coincidevano
L’unica sera fresca, a un tavolino estivo
che ho passato chiacchierando con il mio migliore amico.
Risulta facile agli stupidi parlare,
e agli opportunisti stare zitti, anche se dissentono,
Storcendo il labbro in tono colloquiale, imbarazzati
con le birre fredde in mano.
Mi verrebbe da sputare - che si vadano a ammazzare -
ma non ho tempo ed odio da sprecare.
Pensa che buffo, fossero stati loro
al posto tuo su quel balcone, su quel giornale.
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6. |
La festa
03:25
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Scegli il vino e il disco giusto
e fa che ognuno abbia un bel bicchiere
e siano giuste anche le luci.
Stai attenta che lui si senta a proprio agio
e che da qualsiasi punto
rida a tutto quel che dici.
Scegli frasi interessanti, e i tempi
perché a dirle siano gli altri
e ognuna dica “Sei speciale”.
Sul divano, dove hai scopato un altro
fa che lui si sieda e senta solo
che ci sei.
La tazza del cesso è il solo buco
abbracciata al quale senti
che puoi reggerti da sola.
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7. |
Il verde dei semafori
03:21
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Il verde dei semafori non fa cambiar umore.
Ho gli occhi secchi, e qualcosa
d’inconfessabile nel cuore.
Si leva ogni mattina un sole tondo e arguto, proprio come me, puntuale.
Non ho problema alcuno, e niente
che mi faccia stare male.
C’è un mucchio di parole che non posso adoperare.
Anima, amore, verità ad esempio - amore in verità c’è questo:
che non ho niente da dare.
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8. |
Il gatto
02:40
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Non voglio più notti d’inverno e di freddo per esercitare la mia volontà.
Desidero giorni di sole d’estate e di desiderio.
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9. |
Fuoco, cenere, ecc.
05:45
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C’è un prato ruvido, ed è agosto, ed è una notte felice.
C’è una candela sulla paglia.
Le stelle cadono nel prato, e ci toccano
e sono piene di attenzioni, e muoiono.
E dico che non ho paura di niente
e giuro che non ho paura di niente.
La voce è facile da intendere,
ma gli occhi, a volte, sono difficili.
La voce è facile da intendere,
ma gli occhi, a volte, sono impossibili.
E si è fermata un’auto in questo posto desolato, e adesso
c’è là uno sconosciuto che ci chiama dall’asfalto.
Ascoltami - non devo dirti niente
e so di non aver paura di niente.
E non c’è legno così freddo da non poter bruciare
E non c’è fuoco così puro da non lasciare cenere
E non c’è cenere così leggera da non avere peso
E non c’è fuoco così puro.
E non c’è legno così freddo da non poter bruciare
E non c’è fuoco così puro da non lasciare cenere
E non c’è cenere così leggera da non avere peso
E non c’è fuoco così puro.
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10. |
Büs
02:30
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A j’ò ascüs ‘e müs int’un büs
‘an vöj pö vadre angòta
A j’ò ascüs ‘e müs int’un büs
vöj scurdär ‘sa l’é la fòta.
A j’ò ascüs ‘e müs int’un büs
‘an vöj pö saver ‘ed gnènt
‘an vöj pö cernir in’t j och
d’i maçlaj e d’i inucènt
A j’ò ascüs ‘e müs int’un büs
sun drè a aviam axè piän piän
‘xè quänd la mort la gnirà a catäm
la duvrà partir ‘d luntän
‘xè quänd la mort la gnirà a descrövme
cuj parent e cun ‘e pre
Sl’am völ tör c’ma jèra dabùn
‘ag tucarà ‘d turnär indrè
‘xè quänd la mort la gnirà a descrövme
cuj parent e cun ‘e pre
Sl’an völ tör ün bèle mört
‘ag tucarà ‘d turnär indrè.
(Ho nascosto il muso in un buco
non voglio più vedere niente
Ho nascosto il muso in un buco
Voglio scordare che cosa sia la rabbia
Ho nascosto il muso in un buco
Non voglio più sapere di niente
Non voglio più discernere negli occhi
del macellaio e dell’innocente
Ho nascosto il muso in un buco
Mi sto abituando piano piano
così la morte, quando verrà a trovarmi
dovrà partire da lontano
Così quando la morte verrà a scoprirmi
Coi parenti e con il prete
Se vorrà prendermi com’ero veramente
Le toccherà tornare indietro
Così quando la morte verrà a scoprirmi
Coi parenti e con il prete
Se non vorrà prendere uno già morto
Le toccherà tornare indietro.)
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11. |
Sant'Alessio
02:31
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Questo mare d’argento
e questo vento
che mi picchia in faccia
e non ho altro
anche se sei qui a fianco
Questo mare d’argento
e questo vento
che fa suonare le bottiglie vuote
impiccate sulla rete
Questo mare d’argento
e questo vento
che anche se tu parlassi
ti toglierebbe la voce
ma tu mi manchi, e ti ho di fianco
Questo mare d’argento
e questa luna bianca
e questo vento
non hanno nessun senso
senza di te.
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12. |
L'occhio caldo del cielo
03:34
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Ricordo la tua casa
è un posto che ho immaginato
La musica che andava
Le ortensie sfiorite nel prato.
Lasciami qui il tuo nome
Mettilo in fondo al vetro
Riempi il bicchiere vuoto
e non guardare indietro
Alle domande che non fai,
Alle risposte che non ho.
Non chiederesti niente che non sai,
e io più niente ho da offrire,
Fra le risposte che non ho.
Le braccia dei pini sono alte
Non possono abbracciare
Ma odorano di mare
Io mi abituo a non pensare
Alle domande che non fai,
Alle risposte che non ho.
Non chiederesti niente che non sai,
e io più niente ho da offrire,
Fra le risposte che non ho.
Ricordi la tua casa, la musica che andava, e tu ballavi con tutti
Ricordi la tua casa, la musica che andava, e tu ballavi con tutti
Ricordi la tua casa, la musica che andava, e tu ballavi con tutti.
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13. |
Canzone per F.
06:09
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Qui l’anno nuovo sta affilando la sua lama
Bianco come porcellana.
Il cielo azzurro bada sempre ai fatti suoi.
Nessuno sa che non ci sei.
Ma io lo so che non ci sei.
È una giornata che si svuota lenta e fredda
Come una tazza di latte gelida
I fiori di gennaio ghiacciano sui rami
L’aria si blocca nell’attesa
delle tue parole -
poche, giuste, misurate
Delle tue dita lunghe, magre -
e io mi sento proprio stupido
Perché vorrei scaldarti con il mio silenzio
di cui ancora non mi fido
perché non basta a conquistarti,
e io lo so.
Vorrei guardarti mentre bevi
da una tazza tenuta con due mani
e il vapore che ti sale fino agli occhi
con cui tu mi guardi
allora sì che tacerei.
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Ismael Reggio Emilia, Italy
Gli Ismael sono una rock band reggiana che ad oggi ha pubblicato quattro album e un EP, caratterizzati dalle liriche di Sandro Campani (voce e chitarra del gruppo e scrittore con tre pubblicazioni all'attivo) che incontrano le trame sonore rock e folk del resto della band (Giulia Manenti, Barbara Morini, Luigi Del Villano, Piwy Del Villano). ... more
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